venerdì, maggio 20, 2011

L'Economia del noi di Roberta Carlini

La dimensione del libro non deve trarre in inganno, perché Roberta Carlini non si perde in giri di parole e scrive in modo scorrevole ma concentrato, anche se "L'economia del noi" non è una trattazione di tutta la economia della solidarietà, opera per cui ci vorrebbe una enciclopedia e che nessuno leggerebbe, rappresenta invece la raccolta di tanti incontri con persone che stanno sperimentando soluzioni ai loro problemi.

Così facendo intervengono direttamente con soluzioni economiche, ma più che il denaro, al centro ci sono sempre i rapporti tra le persone: la società tende a dividere relegando ciascuno nella propria identità, la scoperta che tanti hanno fatto è che ci sono dei problemi comuni che si possono risolvere meglio mettendosi assieme. Non si tratta di idee nuove, le leghe risalgono alle seconda metà dell'ottocento, ma ora la si riscopre dopo la ondata di liberismo estremo e l'ondata degli effetti della globalizzazione: quindi con modi nuovi per la risposta a problemi nuovi.
Possiamo chiamarla economia perché le azioni risultanti sono anche di tipo economico, ma non è la economia finanziaria delle pagine economiche dei quotidiani, c'è tanta fantasia e volontariato non retribuito con poco capitale e lo scopo di dare solidarietà e si presta poca attenzione al profitto. La sua dimensione paragonata a alla Economia con la E maiuscola è irrilevante, ma il suo compito è dimostrare che è possibile un strada diversa .

Nel libro si parla di gruppi di acquisto, di produttori antimafia, di microcredito, di banche etiche, della ricostruzione autogestita all'Aquila e di cohausing, di incubatori di impresa, di economia di comunione, di associazione di manager disoccupati, di recupero di vecchi computer e di nuovo welfare.
La gran parte di queste esperienze nasce dalla volontà di una persona che ha avuto la visione di cosa fare e il coraggio di trascinare gli altri con il proprio esempio: li chiamerei imprenditori del sociale, anche se forse a loro non piacerebbe.

Il libro "L'economia del noi" delinea bene le singole esperienze nel contesto in cui operano: si leggono d'un fiato una di seguito all'altra, ricavandone una visione di assieme che mostra l'esistenza di un rapporto di sostegno reciproco tra le persone. La società non dà risposte e allora i singoli cominciano a ricercarle da soli.
Un'altra caratteristica delle esperienze presentate è la separazione rispetto al sistema pubblico, dato che le risorse sono trovate tra i partecipanti o comunque i finanziamenti vengono ricercati da aiuto reciproco e non richiesti a fondo perso al settore pubblico.

Chi conosce lo stato sociale tradizionale, potrebbe chiedersi se queste esperienze non siano di supporto alle carenze della amministrazione e quindi della politica. Al movimento questo non sembra interessare, si è preso atto che dove  manca l'intervento pubblico, dove magari i pochi soldi disponibili sono dispersi per altre voci, ci si deve organizzare.

Io credo che dall'insieme di queste proposte, se troveranno modo  di espandersi  anche collegandosi nascerà una spinta verso un cambiamento della politica .
 Questa considerazione si collega a un tema che il libro non affronta ed è quello del welfare, che sta subendo un ridimensionamento epocale: data la ristrettezza delle risorse disponibili, le amministrazioni devono trovare soggetti con cui collaborare per fornire i servizi attualmente previsti e che altrimenti non potrebbero offrire. Probabilmente il connubio pubblico-privato sarà la soluzione, ma occorre evitare che finisca in mano a forti organizzazioni che inesorabilmente diventeranno o inefficienti o tese unicamente al profitto creando dei monopoli privati. Bisogna che i movimenti idealisti si rafforzino sotto il profilo finanziario e organizzativo per intercettare tutte le risorse che il pubblico dovrà cedere, in modo che restino bene comune e non utile per pochi.
Un esempio di queste soluzioni è citato nel libro, quando si fa la descrizione di Welfare Italia, una grande iniziativa dal punto di vista economico, che si propone di creare una sanità alternativa al modello privato, per coprire spazi che il pubblico non impiega, come la cura dei denti. Nella presentazione della iniziativa non viene però colta a pieno la rilevanza di queste scelte che sono un esempio per la evoluzione del settore della cooperazione sociale.
Quindi "L'economia del noi" è un libro utile per conoscere e fare il punto della situazione, necessita però di integrazioni e aggiornamenti in modo da riuscire a seguire la evoluzione delle esperienze, aggiungerne di nuove e riflettere sull'ambiente in cui si muovono. Roberta Carlini ha quindi pensato a un blog dove andrà a inserire tutte le informazioni che riterrà utili per mantenere la freschezza al suo lavoro. Spero quindi che non sia solo lo strumento di supporto al lancio del libro ma un luogo di discussione e approfondimento, in attesa che ci siano cambiamenti tali da giustificare un nuovo lavoro. Potete trovare il blog a questo indirizzo      La economia del noi
Nel libro è contenuta una sezione molto utile con gli indirizzi dei siti web delle esperienze presentate, così si possono facilmente approfondire le sezioni che interessano.

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