sabato, maggio 21, 2011

Quale futuro per le cooperative sociali?

Per capire cosa sta succedendo nel modo dei servizi sociali ho preso come riferimento un grande consorzio che raggruppa cooperative sociali e ci può dare indicazioni sulle scelte possibili.
Il  Consorzio Gino Mattarelli CGM è un consorzio di cooperative sociali di grandi dimensioni, l'unico rimasto a diffusione nazionale, fa parte di Confcooperative, e fornisce a tutti gli aderenti un apporto tale che il gruppo è in crescita, con qualità e competitività eccelse rispetto alla media del settore.
Per rafforzarsi si sta trasformando, da semplice consorzio a un gruppo cooperativo composto da 8 società e 35 partecipazioni in altre realtà del sociale ( per es. Banca Etica, il gruppo Vita ) al fine di mantenere i rapporti necessari.
Attualmente il fatturato aggregato di CGM si aggira sul miliardo di Euro, posizionando i servizi nella fascia alta, non ricercando semplicemente il basso costo, ma con attenzione al rapporto con le persone in modo da dare risposte alla comunità.
Essendo una società che si pone compiti sociali, non si pone l'obiettivo di guadagni immediati, ma si propone di trovare soluzioni imprenditoriali ai disagi sociali, non tanto rivolgendosi al problema del singolo per cui non esistono risorse sufficienti, ma attuando azioni collettive.
Da un punto di vista mediatico è poco visibile come marchio, per esempio a Milano sono più conosciute le attività di Caritas e CDO, ma quantitativamente i servizi delle cooperative di CGM sono maggiori, dato che gestiscono il sistema dei servizi sociali.
Per determinare le proprie azioni future ha commissionato uno studio sulla evoluzione futura delle necessità
sociali e della evoluzione del welfare. Il risultato della studio ha evidenziato che l'apporto del pubblico sarà in caduta libera per cui bisogna fare scelte decisive. Le cooperative che scegliessero di restare aggrappate come cozze alla chiglia della nave pubblica scegliendo di non rinnovarsi sono destinate a soccombere.
A seguito di questo studio, i piani di impresa di CGM si sono orientati verso il privato, privilegiando nuovi temi come la casa, l'energia, la sanità leggera e attivando collaborazioni con altre realtà apportatrici di competenze specifiche.
Uno dei risultati di questo nuovo approccio è il progetto Welfare Italia Servizi, una società con 200.000 euro di capitale e 5 milioni di euro di apporto dalle banche. Si tratta di un marchio riconoscibile sotto il quale vengono attivati ambulatori sanitari che prestano cure in settori non coperti dal pubblico come le cure odontoiatriche e la ginecologia, in modo da fornire risposte di qualità a prezzi accessibili per servizi che diversamente si ottengono privatamente.
Per il 2011 è in programma la apertura di trenta centri medici, la gestione è diretta da regole comuni in modo da avere la necessaria uniformità di servizio e sono tutti sotto un unico marchio in modo da avere una riconoscibilità comune.
Un altro settore di intervento è il turismo sociale per cui sono già disponibili in Italia trenta strutture.
Per concludere, quali indicazioni possiamo ricavare per le cooperative sociali?

  • La prima è di ricercare alternative per integrare sempre più gli introiti derivanti dai servizi forniti al settore pubblico.
  • La seconda è di non sprecare risorse per competere al ribasso per la fornitura di servizi che saranno in perdita.
  • La terza è di mettersi in rapporto con le competenze di altre cooperative per una maggior capacità globale.
  • La quarta è di crescere di dimensione, eventualmente con fusioni per aumentare il fatturato: una cooperativa con ricavi al di sotto di 500.000 euro con un margine di 50.000 euro non può sostenere adeguatamente i costi amministrativi.

In un settore innovativo, come quello dell'energia, per fare un esempio,  le cooperative che operano nel settore del verde, e quindi hanno attrezzature adeguate, potrebbero operare nella raccolta e nel trattamento delle biomasse, creando una rete territoriale di raccolta al servizio di grandi impianti di trattamento.

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