lunedì, giugno 11, 2012

Come uscire dalla crisi secondo il premio Nobel Joseph Stiglitz Trascrizione del discorso

Il 2 Maggio scorso, a Roma, si è tenuto l'incontro "Oltre l’austerità: politiche alternative per l’occupazione e la crescita". In questo post il testo completo dell'intervento che si può seguire nel post precedente
Quello che voglio fare questa sera è concentrarmi soprattutto su quello che potrebbe essere un' agenda di crescita olistica. Si dovrebbe avere questa agenda di crescita perché l'austerità non sarà sufficiente, le statistiche che abbiamo appena ascoltato dovrebbero essere evidenti, però prima di analizzare questa agenda di crescita vorrei dedicare qualche minuto a darvi qualche informazione di natura economica. La prima osservazione è la seguente: i mercati da soli non sono stabili, non soltanto possono creare delle bolle destabilizzanti come è accaduto ripetutamente di recente con le bolle del mercato immobiliare e tecnologico, però ci sono sicuramente delle forze che aggravano questa recessione: sono la disoccupazione, la paura di ridurre i salari, i redditi e il consumo e quindi anche la domanda totale. Quindi c'è un processo veramente di un circolo vizioso verso il basso, di contrazione. Questo lo dobbiamo evitare ed è quello che sta già cominciando ad insinuarsi. Abbiamo questo aumento della disoccupazione, a meno che qualcosa non venga fatto, il problema potrebbe sicuramente peggiorare, e la cosa che dobbiamo ricordare è che i mercati erano estremamente inefficienti nella allocazione delle risorse: prima della crisi, negli Stati Uniti hanno investito i soldi in maniera sbagliata nel mercato immobiliare, ma lo spreco reale di risorse si è verificato da quando si è rotta questa bolla, a partire dall'inizio della crisi e questo spreco reale è il gap tra il potenziale economico e l'output effettivo, e questo spreco di risorse ha a che fare con la disoccupazione. Possiamo calcolare la perdita che si è verificata negli Stati Uniti e in Europa, a partire dall'inizio della crisi nel 2008, e stiamo parlando di miliardi e miliardi di dollari che praticamente sono stati sprecati. Se noi pensiamo a quello che potremmo fare con questi miliardi e miliardi, trilioni di dollari, il mondo sicuramente si troverebbe in una situazione migliore. Credo che noi tutti quanti sappiamo quello che potremmo fare con tutti questi soldi che sono stati sprecati. Le risorse umane, le risorse fisiche, le risorse naturali che noi abbiamo oggi sono le stesse che avevamo nel 2007, nel 2008 e in realtà noi non stiamo utilizzando queste risorse. Il crimine reale è che i mercati non funzionano e purtroppo le politiche dell'austerità non correggono questi eccessi del mercato e producono questa persistenza del divario tra il potenziale dell'economia e quello che viene effettivamente prodotto. Le conseguenze sono particolarmente gravi e parlerò di questo tra un attimo. Siccome i mercati da soli non funzionano, il governo deve avere un ruolo, ma le politiche sbagliate possono fare peggiorare la situazione e quandi gli stati e i governi per mantenere i conti in pareggio devono ridurre la spesa, gli economisti parlano di uno stabilizzatore automatico. Purtroppo sembra che questo è quello che voi state adottando. Quindi fate molta attenzione con questo quadro di riferimento, a meno che questo venga reinterpretato con molta attenzione seguendo i metodi di cui vi parlerò a breve. Questa sera non voglio criticare qulcuno oppure parlare dell'inizio della crisi, però quello che vorrei evidenziare e che non è stato un eccesso di spesa che ha portato a questo. Sicuramente ci sono stati dei surplus prima della crisi, e in Spagna c'erano dei rapporti debito PIL molto bassi e non hanno fatto degli errori, però il governo non ha impedito ai mercati finanziari di allocare in maniera sbagliata il capitale, consentendo alla bolla di crescere, quindi è stato un insuccesso del mercato ed è stato un insuccesso del governo che non ha impedito al mercato di fermarsi. 
Il terzo punto che vorrei sollevare, e che vorrei sottolineare, è che l'austerità da sola non funzionerà e questo è già ovvio dai dati presentati. Vorrei chiarire il fatto che le cose sicuramente peggioreranno. L'austerità in corso si autoalimenta, fa scendere l'economia, ci saranno sicuramente elementi negativi sul budget praticamente dovunque. Nessuna grande economia in Europa è mai emersa rapidamente da una crisi quando c'è stata l'austerità. Non c'è una base storica perchè l'austerità possa funzionare. Certo ci sono stati alcuni piccoli paesi principalmente con tassi di cambio flessibili, praticamente sempre quando i loro partner in affari hanno un boom finanziario. In questi casi l'austerità ha funzionato perchè ci sono state delle riduzioni da parte del governo che sono state sostituite dalle esportazioni, come ha fatto il Canada , all'inizio degli anni novanta quando gli Stati Uniti avevano questa grande espansione e quindi c'erano questi tassi di cambio flessibili e hanno potuto compensare la stretta del governo con le esportazioni. Questo non accadrà in Europa e soprattutto non accadrà data la situazione dell'Euro dato che non c'è flessibilità nei cambi. Ma non soltanto gli altri paesi in Europa sono deboli, ma anche la crescita negli Stati Uniti è altrettanto debole e di conseguenza noi a questo punto dobbiamo far fronte ad un problema di debolezza che va ad aumentare una ulteriore debolezza. Quindi voglio ripetere questo concetto:"l'austerità inevitabilmente da sola farà peggiorare la situazione. L'austerità da sola non porterà né la crescita né la fiducia, distruggerà entrambe, indipendentemente da quanti discorsi vengono fatti sulla fiducia e sulla crescita." Coloro che hanno seguito le riunioni del fondo monetario internazionale recenti, si è sempre parlato dell'importanza della fiducia, ripristinare questa fiducia, questa crescita, ma non accade, la politica dell'austerità può distruggere la fiducia. Questa è una cosa che è avvenuta ripetutamente in America, in America Latina, nei paesi dell'Est Asiatico. Questa non è la prima volta che le persone hanno fatto questo esperimento, questa è una cosa che si è verificata ripetutamente, ma certamente sarebbe interessante sentire tutti questi discorsi sul ripristino della fiducia da parte delle banche centrali, dei ministri delle finanze, delle banche private. Il quarto punto che vorrei sottolineare, ed è stato citato prima, è l'importanza di tutti questi elementi esterni, dell'esternalità. Viviamo in un mondo molto integrato, quindi quello che succede in un paese può avere degli effetti su altri e quindi queste esternalità sono chiare, quando pensiamo al contesto dell'ambiente, all'inquinamento. Quindi già l'inquinamento è una esternalità. Gli Stati Uniti hanno inquinato diciamo il mercato con questi mutui tossici e la contrazione negli Stati Uniti forse sarebbe stata peggiore e questo è un esempio di una esternalità. Il rallentamento economico in un paese ha effetti negativi sui paesi vicini. Quando l'economia rallenta in un paese questo danneggia lo stesso ma anche i partner commerciali. Quello che succede attualmente in Europa sta danneggiando tutti perché ciascun paese dell'Europa rallenta e questo ha un impatto sul paese vicino e questo ha delle implicazioni sull'Europa. Allo stesso modo se si stimola la propria economia questo va a vantaggio anche dei paesi vicini. Se la Germania stimola la propria economia questa andrà ad aiutare i paesi circostanti. Quindi i benefici di questo stimolo per la crescita, chiaramente hanno un impatto positivo sul paese stesso ma anche sui paesi vicini. 
Punto finale. Le riforme finali, come è stato detto sono molto importanti, ma dobbiamo anche riconoscere che richiedono tempo e che sono misure soltanto dell'offerta, è la domanda che però guida la produzione attualmente, e le misure appunto sul lato dell'offerta, possono addirittura aggravare la mancanza di domanda aggregata e dovremmo anche capire quali sono i limiti di queste misure sul lato dell'offerta. Gli Stati Uniti, per molto tempo sono stati ammirati per avere il mercato più flessibile al mondo e noi avevamo una disoccupazione che era al 10%, anche oggi se includiamo la disoccupazione nascosta, quelli che lavorano part time, che vorrebbero avere un lavoro full time, le persone che sono uscite dalla forza lavoro perché hanno continuato a cercare e non hanno trovato lavoro: uno americano su sei vorrebbe avere un lavoro a tempo pieno, ma non riesce a trovarlo. I numeri anche per quanto riguarda i giovani sono addirittura peggiori e questo è quello che succede con un mercato del lavoro flessibile, non risolve i grossi problemi. Soltanto aumentando la crescita, ecco le società non creano posti di lavoro a meno che non ci sia una domanda per i loro prodotti. C'è un modo per far quadrare il cerchio, per portare alla crescita anche nelle circostanze in cui siamo attualmente. Alcune di queste misure sul lato dell'offerta sono misure che sicuramente influenzano la domanda. Quello che vorrei fare in questo momento è evidenziare quello che considero un po' un programma olistico, vorrei descrivere con questo tre quattro cinque misure.
La prima: alcuni paesi come la Germania hanno spazio di bilancio per delle manovre e quindi possono investire con delle ricadute positive in tutta Europa, questo è il punto fondamentale dell'esternalità che ho menzionato prima. 
Il secondo è un principio conosciuto da molto tempo e che chiunque abbia studiato l'economia conosce è che l'espansione equilibrata di imposte e spese può stimolare l'economia e che se ben progettato, per es. le imposte ben applicate con spese nell'istruzione, nell'incoraggiare gli investimenti e scoraggiare una eccessiva finanziarizzazione, a questo punto l'aumento del PIL e dell'occupazione può essere consistente, è il moltiplicatore del bilancio in pareggio e il moltiplicatore può essere significativo: un aumento dell'uno percento di imposte e spese può aumentare il PIL di un multiplo dell'importo che è stato investito. Vorrei fermarmi per un attimo su alcuni elementi per quanto riguarda le spese e le imposte. Al centro ci sono gli investimenti, ne avete parlato molto qui in Italia, gli investimenti hanno come vantaggio che possono stimolare la crescita e stimolano la crescita in modo che mai si sarebbe immaginato e portano con se gli investimenti privati, perché se avete gli investimenti pubblici aumentano i rendimenti anche negli investimenti privati. Negli Stati Uniti, una ricerca molto interessante è stata condotta per quanto riguarda la ripresa dopo la grande depressione ed è sempre più chiaro che per quanto riguarda gli investimenti statali, nel settore dei trasporti e anche in altre aree, nella grande depressione, sono state alla base non solo nel breve periodo per la ripresa dell'economia, ma anche per la crescita enorme che gli Stati Uniti hanno registrato dopo la guerra mondiale. Questa crescita notevole, in cui la base è cresciuta molto più del vertice della piramide. Tutti nella società hanno potuto beneficiare di questi investimenti enormi nel settore pubblico. Quindi primo punto investimenti. Il secondo. L'economia americana e quella europea stanno vivendo questa ristrutturazioni massicce. perché c'è necessità di ristrutturare? E' semplice, perché siamo vittime del nostro successo: la crescita di produttività nel settore manufatturiero è maggiore rispetto alla crescita della domanda, se consideriamo dal punto di vista globale, se la produttività cresce più rapidamente della domanda significa che la occupazione si ridurrà, ma dove saranno i posti di lavoro, saranno in Asia in Germania, saranno in Italia. Comunque l'occupazione globale nel settore manufatturiero calerà, le persone parlano della Cina, ma l'occupazione nel settore manufatturiero in Cina è calata per gli aumenti enormi di produttività, e questo significa che dobbiamo investire in infrastrutture in tecnologia, nella formazione, per ristrutturare le nostre economie perché possano adattarsi alle trasformazioni che avvengono nel nostro mondo. Parte di questo ha a che fare con il settore dei servizi, con il terziario, istruzione, sanità settori in cui il governo svolgerà necessariamente un ruolo importante. Questo avrà un ruolo vitale: se non spendiamo, la ristrutturazione non avverrà e saremo destinati ad anni e anni di disoccupazione molto elevata. 
Il terzo punto è che le spese possono aiutarci a prendere in considerazione uno dei problemi principali che le nostre società hanno dovuto affrontare: conosco i dati per gli Stati Uniti la disuguaglianza prima della crisi aveva raggiunto un livello che non era mai stato visto in 75 anni e quindi si parla dell'uno percento, tra il venti e venticinque percento delle entrate , abbiamo capito che questa disuguaglianza in effetti è tolta dalla crescita economica ed è definito come il risultato di potenze di monopoli, di tutta una varietà di fattori che distruggono la crescita economica. Quindi non è un compromesso tra disuguaglianza e crescita, ma si tratta di politiche per possono ridurre la disuguaglianza e aumentare la crescita e forse noi ci siamo visti in un contesto sbagliato in questo senso. Io ho presieduto la commissione europea che ha studiato le cause della crisi e una delle nostre conclusione è che la disuguaglianza è una delle cause della crisi. Ridurre la disuguaglianza avrà l'effetto di aumentare la domanda e aumentare la domanda rafforzerà l'economia aumentando l'occupazione questo è un circolo virtuoso che noi possiamo generare piuttosto che generare il circolo generato dall'austerità. 
Il quarto punto è il punto a cui avevo fatto riferimento prima sono le imposte, anche le imposte possono avere un ruolo importante nella redistribuzione anche per incoraggiare l'economia, possiamo usare queste strutture fiscali per stimolare gli investimenti, per stimolare l'occupazione per scoraggiare questa finanzializzazione eccessiva e quando c'è un'economia come gli Stati Uniti dove il quaranta percento di tutti i profitti aziendali erano nel settore finanziario c'era qualcosadi sbagliato. Il settore finanziario è una componente fondamentale per il buon funzionamento dell'economia e dovrebbe facilitare il suo buon funzionamento. Quando il quaranta per cento di tutti i profiti vanno al settore finanziario e non ci sono evidenze di crescita e ci sono invece prove di instabilitità vuol dire che c'è qulcosa di sbagliato e le misure fiscali possono anche aiutare a ridirigere l'economia verso un percorso più costruttivo.
E infine vorrei fare riferimento ad un aspetto di cui si è parlato oggi pomeriggio: l'importanza delle politiche salariali che incoraggiano la misura aggregata nonché una migliore distribuzione dei redditi spontaneamente. Il terzo punto generale che vorrei sollevare è che l'Europa complessivamente non si trova in una cattiva politica fiscale perché il rapporto del PIL si confronta favorevolmente con quello degli Stati Uniti. Se ciascuno stato negli US fosse singolarmente responsabile del proprio budget, compreso il pagamento dei sussidi alla disoccupazione, anche gli Stati Uniti si troverebbero in una crisi fiscale. La lezione quindi è evidente, quindi il tutto è molto di più della somma delle parti. Ci sono vari modi in cui l'Europa potrebbe agire al di là delle misure che sono state già adottate. Molte di queste misure sono già coerenti con la situazione europea, quindi si tratta semplicemente di volontà politica. Alcune sono già state citate, quindi una fondo di solidarietà europeo più vasto per la stabilizzazione, gli eurobond. Se l'Europa e in particolare l'ECB potessero prendere in prestito e concedere crediti i costi sarebbero minori per l'Europa e questo potrebbe anche fare spazio al tipo di spesa che promuoverebbe la crescita e l'occupazione. E questo potrebbe facilitare la crescita verso, i bond ne abbiamo parlato oggi pomeriggio, con alcuni autori si è parlato di un molteplice equilibrio e forse questo è un punto più tecnico, però dobbiamo pensarlo in questi termini: ci sono tantissimi paesi che hanno storicamente dei rapporti PIL superiori rispetto alla situazione attuale in Italia. Alla fine della seconda guerra mondiale gli Stati Uniti avevano un rapporto debito pil molto più alto e in Giappone era del 200% . Se i mercati hanno perduto fiducia nella possibilità che il Giappone potesse ripagare, allora gli interessi sarebbero saliti al 5 6 % oggi e se sommiamo quel 5 6 % di interesse, questo vuol dire che dovrebbe pagare 10% e anche più del PIl per soddisfare il debito. Il Giappone avrebbe un problema in termini di debiti, sarebbe sicuramente un circolo vizioso, ma con questo un percento deve pagare solo il due percento del PIL per restituire il debito, quindi non c'è motivo di preoccuparsi: quindi questo è quello che è definito un equilibrio multiplo tra gli economisti. Il Brasile, parliamo del Brasile, alla fine degli anni 90 che cosa hanno fatto, come hanno risolto il problema. Molte persone si preoccupavano ed è stato adottato un pacchetto fiscale. Molte persone pensavano che il Brasile avrebbe subito una crisi, ma ce l'ha fatta ha superato la crisi e oggi tutti guardano al Brasile come a uno dei casi di crescita più sana, si tratta di una nazione dove la disuguaglianza è stata ridotta e la crescita è aumentata. E questo a causa di un alto livello di investimento da parte del governo e un alto livello di tassazione e ha funzionato in maniera molto efficace.

Quarto punto: ci sono già degli istituti all'interno dell'Europa come la Banca Europea per gli Investimenti e il Fondo Europeo che possono aiutare gli investimenti anche per l'economia a corto di liquidità. Dovrebbero espandere il credito e i fondi dovrebbero essere disponibili per sostenere le piccole e medie imprese e le grandi aziende possono rivolgersi ai mercati di capitale e in tutte le economie queste aziende sono la fonte di posti di lavoro. 
E infine vorrei parlare dell'importanza di questo concetto del feticismo dei debiti. Le misure di contabilità sono comunque imperfette e i mercati finanziari sono particolari. Nessuno guarderebbe a un'azienda chiedendo quale è il debito, se per es. un'azienda consideriamo il conto profitti e perdite, se l'azienda prende in prestito per fare dei buoni investimenti, l'azienda sicuramente sarà meglio, infatti la crescita del settore aziendale si basa proprio sui prestiti. Si parla di debiti in realta, ma non si parla di come vengono utilizzati questi debiti. Questo è il motivo per cui è così importante, e lo sottolineo, se voi prendete in prestito del denaro per investimenti ad alto reddito, allora il conto profitti e perdite di un'azienda migliora. Io ho studiato negli Stati Uniti i dati per gli investimenti e i ritorni sugli investimenti nell'istruzione, nella tecnologia, nelle infrastrutture sono molto più grandi rispetto al costo del capitale. Quando noi prendiamo a prestito per questi investimenti, il nostro bilancio si presenta meglio, quindi la nostra possibilità di restituire il debito non è danneggiata. Le misure di austerità sono controproduttive per la nostra forza economica a lungo termine. Questo è il motivo per cui è importante avere questo capitale e spostare gli investimenti dal bilancio tradizionale in modo tale dal poterli esaminare più chiaramente, quindi concentrare la nostra attenzione, non sul deficit come si presenta, ma sul deficit strutturale principale. La cosa interessante, quando ero Chief Economist alla Banca Mondiale è che noi discutevamo il problema del Brasile con il FMI e discutevamo che non si doveva solo lavorare sul deficit, era un modo sbagliato di consideralo e quindi è riuscito a considerarsi su questa eccedenza e hanno poi analizzato l'eccedenza primaria. Era dieci anni fa e quindi è stupefacente che non abbiamo ancora cambiato questa mentalità.

Vorrei concludere con alcune considerazioni generali. Dovrebbe essere ormai chiaro che l'euro impone un vincolo tra gli aggiustamenti e che se la svalutazione interna fosse facile il gold-standard non sarebbe una barriera all'aggiustamento come nella grande depressione. Far funzionare l'euro non sarà facile, ma al corso attuale, concentrarsi solo sull'austerita con un servizio di facciata è la garanzia che l'euro non possa funzionare. La disoccupazione del 25% dovrebbe essere inaccettabile, la Spagna sta vivendo questa austerità da quando è nata la crisi inutilmente senza speranza e senza vedere la luce alla fine del tunnel. La conseguenza di questa corsa all'austerità da parte dell'Europa sarà sicuramente grave e gli effetti sono già evidenti, come ho detto prima, e sicuramente peggioreranno. Se l'euro sopravvive sarà soltanto a spese di un'elevata disoccupazione in particolare nei paesi già in crisi, se non viene già adottata una politica per la crescita, quasi certamente la crisi stessa si diffonderà, non funzioneranno le misure di protezione. Non c'è la possibilità che le economie più grandi potranno migliorare grazie all'austerity. Le conseguenze saranno profonde, dureranno a lungo e i giovani non avranno un posto di lavoro decente, saranno alienati. Alla fine avranno un posto di lavoro ma con stipendi molto più bassi. Normalmente c'è un punto nella vita in cui le competenze si accumulano in un individuo, se invece non sono sviluppate questo è un momento in cui si atrofizzano e il capitale umano viene sprecato e addirittura distrutto. La fiducia nei governi e nelle istituzioni, anche questa viene distrutto. Vi sono molti disastri naturali che avvengono terremoti, tifoni, uragani tsunami tutti disastri calamità anche causati dall'uomo. E' questo che sta facendo l'Europa, siamo ignoranti delle lezioni del passato, siamo dei criminali. In particolare i più giovani i più poveri non hanno bisogno di tutto questo. In Europa, l'euro era un progetto che era stato ideato per portare insieme tutte le persone d'Europa, un progetto molto normale, ma era un progetto politico, ma il progetto economico e le basi economiche non erano complete e non è stato compreso all'epoca e la speranza era che quando la crisi fosse nata, e questo è successo nel 2010 le azioni sono state lente e in qualche modo controproducenti e quindi è stato detto continuamente abbiamo bisogno un approccio per la crescita ma fino ad oggi non vi è stata nessuna politica per la crescita. Infine vorrei dire: dobbiamo ricordare che l'obbiettivo dell'economia è quello di servire le persone e non è il contrario. I quadri di riferimento economici, adottati negli Stati Uniti e in Europa non hanno funzionato per la maggior parte dei cittadini. Conosco meglio i dati per gli Stati Uniti ma questo voglio ripeterlo. Gli americani attualmente si trovano molto peggio di quanto non fossero 15 anni fa. L'economia non ha funzionato bene per la maggior parte dei cittadini: il reddito di un lavoratore maschio è uguale a quello di 45 anni fa dopo praticamente mezzo secolo. Di nuovo l'economia non ha funzionato per la maggior parte dei lavoratori americani e quando questo accade è inevitabile che ci sarà una disillusione. Dobbiamo pensare a come far funzionare le nostre economie per la maggior parte dei cittadini. E' chiaro che la nostra economia non è stata stabile, non è stata efficiente e non è stata equa e le politiche di austerità peggioreranno soltanto questa situazione. Quello che spero di aver fatto questa sera è di dirvi che vi è che esiste una alternativa ma sarà molto costoso poter adottare questa alternativa.

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