venerdì, giugno 22, 2012

La finanza etica

Dalle esperienze raccontate nel blog e vissute quotidianamente abbiamo ricavato la convinzione che l'aggettivo che meno si può attribuire alla finanza sia quello etico. Ma rimanendo nell'ambito delle teorie economiche tradizionali è possibile considerare il denaro come uno strumento per lo sviluppo della persona umana e non come fine a se stesso per generare profitto.
 La Finanza Etica raccoglie presta denaro perché sia investito in progetti con obbiettivi socialmente importanti, considera il credito come un diritto per far sì che anche le persone in difficoltà possano avere una vita dignitosa, guarda al profitto derivante dall'operazione finanziaria come a un risultato da distribuire equamente per il bene comune dei partecipanti, seleziona le scelte di investimento solo tra quelle che garantiscono un uso sostenibile delle risorse naturali e non provochino lo sfruttamento degli esseri umani. 
Quindi la Finanza Etica usa gli strumenti tradizionali quali raccolta di denaro per prestarlo a sua volta ma con finalità ribaltate: privilegia la persona al posto del capitale e il giusto ricavo al posto della speculazione.
Il rendimento monetario non è più il criterio principale per la valutazione, dato la finanza etica si rivolge di preferenza verso le attività non-profit come la tutela dei diritti umani, la cooperazione internazionale, le attività artistiche, il commercio equo e solidale, la agricoltura biologica, la produzione ecologicamente compatibile, l'accesso alla abitazione e quindi in generale verso le attività che generano valori per la società e per l'ambiente.
 La Finanza Etica non deve essere confusa con la beneficenza: il denaro non viene regalato ma prestato e ne viene richiesta la restituzione, quindi al finanziato viene fatto carico di farne un uso oculato e al finanziatore di fare una selezione sia di tipo economico che di tipo etico.
 Si deve quindi valutare sia la bontà economica del progetto proposto per il finanziamento, sia il beneficio sociale che ne può derivare alla collettività.
 La attuale crisi economica, causata da una ideologia di completa liberalizzazione del movimento delle merci e dei capitali, pone con grande urgenza la necessità di imporre delle regole, purtroppo la loro adozione è resa difficile dal fatto che queste regole dovrebbero essere attuate in modo uguale in tutti gli stati, per l'opposizione di alcuni che sono diventati luogo privilegiato di operazione della finanza come il regno Unito. 

Chiunque condivida un sentimento di rivolta verso lo strapotere della finanza speculativa che condiziona e ricatta i governi e le nazioni, non può stare inattivo, la sua opera, il suo voto è nel fare una scelta di campo: non rendere disponibile il proprio denaro per gli speculatori, togliendolo dai conti bancari delle banche che operano in modo spregiudicato e affidandolo agli istituti che in modo certo non facciano speculazione ma finanzino il mondo reale selezionando impieghi a valore sociale e ecologico e documentano in modo trasparente le proprie scelte.
 Occorre quindi informarsi non solo per cercare il miglior rendimento, ma conoscere a chi si stanno consegnando i propri risparmi e come saranno impiegati.
 Per iniziare a conoscere questo mondo suggerisco questi siti: quello della cooperativa finanziaria MAG2 e quello della Banca Popolare Etica

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