mercoledì, giugno 20, 2012

Dai mutui subprime alla crisi dell'euro

Di recente c'è stato uno scambio di accuse tra Obama e i leader europei, in cui il primo chiedeva che si facesse qualcosa per risolvere la crisi che minaccia di coinvolgere gli Stati Uniti e i secondi rimandavano la palla al mittente, rispondendo che la crisi europea era stata causata dall'America.
Mi sembra la storia di chi cadendo travolge l'altro e poi lo accusa di non stare in piedi! Inoltre Obama è preoccupato perché la sua rielezione a fine anno, dipenderà dall'andamento dell'economia.
Per uscire dalla cronaca e capire la grave situazione è necessario ripercorrere i fatti degli ultimi anni.
 La crisi è iniziata ufficialmente con il fallimento della banca Lehman, ma le cause risalgono a ben prima, e dipende dai debiti delle famiglie americane.
I salari erano stabili, ma i costi per spese come sanità e istruzione erano crescenti. Inoltre il modello di sviluppo basato sui consumi spingeva ad indebitarsi ulteriormente. Nello stesso tempo le case stavano aumentando di prezzo, così si è cominciato a concedere credito facile, basato sulla possibilità di monetizzare il maggior valore immobiliare.
Le banche che volevano aumentare i propri profitti, non hanno guardato alla solvibilità del debitore, con la certezza che in caso non fossero state pagate le rate del mutuo si potevano riprendere l'immobile.
 Dato che i prestiti erano fatti a persone finanziariamente deboli sono stati denominati "mutui subprime".
 Il tasso di indebitamento era elevato, per diminuire il rischio, sono stati realizzati dei prodotti finanziari strutturati, che contenevano nel sottostante, tra i vari elementi anche i nostri subprime e ceduti a compratori ignari del rischio che stavano prendendo. Infatti il rating dell'emittente garantiva della bontà dell'investimento. Basta ricordare che Lehman aveva la rating AAA che è il massimo grado di solvibilità.
Questi titoli apparentemente buoni, ma tossici per chi li dovesse usare, si sono sparsi per ogni dove.
E' bastato un piccolo aumento del tasso di interesse per rendere insostenibili i pagamenti e mandare in crisi molte famiglie, che si sono viste pignorare la casa. La massa delle case disponibili ha fatto crollare i prezzi delle abitazioni, per cui altri proprietari, che potevano essere in grado di pagare, si sono trovati a pagare un mutuo per una cifra superiore al valore della casa e hanno quindi scelto di rinunciare creando quindi un effetto a valanga.
Le banche si sono trovate piene di case invendibili e quindi hanno perso il capitale. Le banche che non fallivano non erano più in grado di prestare e quindi la mancanza di credito, il cosiddetto "credit crunch" ha provocato una crisi economica che si è sparsa anche nel resto del mondo.
La finanza moderna non ha più compartimenti stagni, e come detto anche i titoli tossici si sono sparsi e in particolare nelle banche europee. Si è quindi cominciato a dubitare sulla solidità delle banche europee, che essendo in possesso di titoli di credito inesigibili potevano diventare a loro volta insolventi.
Ma le banche, specie le più grandi, non possono fallire perché ne risentirebbe l'economia, e quindi è stato invocato il sostegno dello stato.
 Si è usato il solito metodo: "i profitti si privatizzano e le perdite si rendono pubbliche", ovvero le banche vengono salvate con il sostegno dei governi, quindi con il denaro dei cittadini.
Il trasferimento di risorse dal settore pubblico alle banche ha contribuito ad aumentare il deficit pubblico, che è la differenza tra entrate e uscite, che nei periodi di crisi è già sotto pressione perché aumentano i sussidi ai disoccupati mentre diminuiscono le entrate derivanti dalla tassazione dei redditi.
Oltretutto in Europa è in vigore il sistema dell'Euro che è una moneta unica mal concepita fin dall'inizio, perché lega i paesi ad un unico rapporto di cambio senza tener conto delle diverse realtà economiche. La costruzione dell'euro rende impossibile ai singoli governi intervenire per correggere gli squilibri e qualcuno comincia a valutare in modo diverso il valore dei titoli di stato delle singole nazioni.
 Si determinano allora delle grandi differenze di rendimento tra i titoli di stato dei paesi periferici i cosiddetti PIIGS ( Portogallo Irlanda Italia Grecia e Spagna ) e quelli del centro, con in testa la Germania. La situazione precipita quando il nuovo premier greco Papandreu rende pubblico che la Grecia ha truccato i propri conti per entrare nella moneta unica, rendendo evidente in questo modo che il debito greco era superiore a quando ufficialmente noto.
Il dubbio si è insinuato e i titoli di stato dei PIIGS sono venduti a man bassa facendone crollare le quotazioni. La situazione delle banche inoltre peggiora, perché essendo crollato il valore dei titoli di stato vengono a mancare i rapporti finanziari su cui basare i prestiti.
Le banche sono quindi forzate a cercare nuovo capitale e in questa situazione è facile operare per chi voglia impadronirsene pagandone la proprietà a sconto, come è successo nel corso dell'aumento di capitale di Unicredit nel gennaio scorso.
 Ogni giorno , oltre alle temperature massime e minime, i notiziari comunicano il valore dello spread, è diventato il termometro della crisi, ci sono quindi le misure della febbre dell'economia: gli spread delle varie nazioni europee.
Si diffondono anche in questo periodo i CDS "Credit Default Swap", strumenti per assicurare dal rischio di default di uno stato e diventati strumenti di speculazione per scommettere contro quello stato, dato che possono essere trattati anche da chi non possiede i titoli da assicurare. E' come se qualcuno comprasse una assicurazione sulla vostra macchina, scommettendo sul fatto che potreste schiantarvi!
Da questa veloce carrellata appare evidente come la finanza sia in grado di agire da padrona, determinare quali stati sono buoni e quali no, in sostanza governare al posto dei governi che si sono lasciati dominare. Vedremo nel prossimo post quali siano le caratteristiche di questa crescita della finanza a scapito della vera economia.

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